lunedì 29 maggio 2017

10 cose da sapere sui giapponesi

[Prima parte del post "50 cose da sapere prima di partire per il Giappone"]


1) I giapponesi sono sempre gentili e disponibili

Gruppo di giapponesi in visita al Palazzo Imperiale di Tokyo
Alcuni, giudicando sulla base dei nostri paradigmi europei, tacciano di falsità questa ostentata gentilezza quando invece si tratta semplicemente di un senso dell’educazione e del rispetto spinto all’estremo.
I giapponesi che incontrerete negli hotel, nei ristoranti, nei negozi, nelle stazioni saranno sempre sorridenti e disponibili ad assecondare ogni vostra richiesta... nei limiti del rispetto delle regole, ovviamente!.
Ho sentito alcuni di coloro che sono tornati dal Giappone (per la maggior parte italiani, a dire il vero) affermare di essersi stufati rapidamente di questo atteggiamento quasi servile... ma non è decisamente il mio caso.
Anzi, a tratti mi sono quasi commossa di fronte a questo eccesso di attenzioni al quale non sono sicuramente abituata (non dimenticate che vivo a Parigi...).

Riyoko Ikeda 50th Anniversary Exhibition
Ho avuto la fortuna di trovarmi a Kyoto proprio nel periodo in cui in città si teneva un’esposizione eccezionale per festeggiare i 50 anni di attività della mangaka Riyoko Ikeda: un centinaio di tavole e disegni originali dei suoi maggiori successi dal 1972 ad oggi (tra i quali Lady Oscar, Orpheus, Caro fratello)... una vera chicca per una otaku come me!
Piccolo dettaglio: la mostra era esclusivamente in giapponese, comprese le indicazioni su date, orari, prezzo dei biglietti...
Ma non mi sono fatta scoraggiare e, intuito che il prezzo fosse di 800 yen (grazie al cielo almeno i numeri non erano scritti in kanji!), mi sono avviata alla biglietteria.
Con due mani ho teso sorridendo i soldi alla signora alla cassa... che però non li ha accettati ed ha assunto un’aria preoccupata cominciando a parlarmi in giapponese!
I miei tentativi di instaurare una conversazione in inglese sono andati a vuoto, quindi ci siamo ritrovate in un’inevitabile situazione di stallo.
Ad un certo punto mi è sembrato di aver capito che mi stesse dicendo che la mostra chiudeva alle 18:00 e che quindi, siccome erano le 17:45, non valeva la pena che io entrassi.
Non avendo però altri giorni a disposizione per tornare, mi sono detta che quindici minuti erano meglio di niente e quindi le ho di nuovo teso i soldi insistendo per acquistare comunque il biglietto.
Soldi che lei nuovamente non ha preso, ricominciando a parlarmi in giapponese... altro momento di stallo, condito anche da un po’ di sconforto!
La situazione si è finalmente sbloccata quando la signora ha chiamato una collega che, seppure in un inglese un po’ stentato, mi ha spiegato che semplicemente a partire dalle 18:00 il biglietto sarebbe costato 600 yen anziché 800 yen e che quindi mi conveniva aspettare quindici minuti per entrare.
Ecco, io ho difficoltà ad immaginare questa scena in Europa, e forse ancor più in Italia...
Dubito che chiunque, per quanto zelante, avrebbe combattuto per cinque minuti buoni per aiutare un turista con evidenti problemi di comunicazione a risparmiare 1,60€ sul prezzo di un biglietto!

 Consiglio
Che questa overdose di gentilezza vi irriti o che vi metta in soggezione, non potrete non notarne i vantaggi immediati una volta che vi troverete in Giappone.
Non trovate il vostro hotel? Cercate una fermata della metro? Non capite da che binario partirà il vostro treno?
Chiedete informazioni e vi saranno date! (che sia in inglese, a gesti, o addirittura accompagnandovi alla vostra destinazione)


"Si prega di considerare gli altri passeggeri
mentre si usa il computer (rumore della
tastiera, ecc.)"
2) I giapponesi sono estremamente disciplinati

(E il termine “estremamente” non è usato a caso...)
Un esempio lampante sono le file ordinate che si formano automaticamente ovunque, che sia per qualche secondo ai chioschi della stazione, per qualche minuto davanti ai ristoranti (rigorosamente solo dopo aver scritto il proprio nome su una lista d’attesa) o per ore (anche tre a volte!) prima di salire su una delle attrazioni di Tokyo Disneyland.
Persino al’aeroporto Charles de Gaulle, alla partenza del volo per Tokyo, la fila per il check-in era già insolitamente ordinata.
Istruzioni per lavarsi le mani
Ma se questo esempio non vi convincesse pienamente del fatto che i giapponesi sono il popolo più disciplinato del mondo (in fondo di file, più o meno ordinate, è pieno il mondo...) pensate a questo: nei treni ci sono indicazioni che invitano a limitare il rumore fatto dai tasti di una tastiera del computer per non disturbare gli altri passeggeri.
Non vi basta ancora?
Sappiate che ogni tanto nei bagni pubblici sono esposte le istruzioni per lavarsi le mani!
Ecco, ora dovreste aver compreso appieno il livello di disciplina di questo popolo...

 Consiglio
L’italianità che cova in ognuno di noi ci spingerebbe naturalmente a percorrere la strada dell’eversione, rifiutando ogni tipo di imposizione... ma perché invece non approfittare del viaggio per “vedere l’effetto che fa” vivere per una volta rispettando tutte le regole? ;)


3) I giapponesi parlano molto poco l’inglese (o qualsiasi altra lingua)

Che i giapponesi non siano molto ferrati con le lingue straniere è un fatto decisamente noto, eppure prima di partire ero convinta che si trattasse di un’esagerazione.
Da che pulpito viene la predica, mi dicevo?
Italiani e francesi, per esempio, non spiccano certo per maestria nelle lingue straniere, soprattutto se messi a confronto con gli scandinavi!
Invece è proprio vero: i giapponesi, persino coloro che lavorano in hotel, ristoranti o negozi, anche in località turistiche, comunicano molto difficilmente in una lingua che non sia la loro (e questo diventa maggiormente vero se ci si allontana dalle grandi città come Tokyo, Osaka e Kyoto).
Le difficoltà si riscontrano sia nella comunicazione orale che in quella scritta, che si tratti di mail o traduzioni sui siti internet.
Prima di partire per il Giappone conviene quindi prendere qualche precauzione per evitare i problemi causati dalle difficoltà di comunicazione.

 Consiglio
Per qualsiasi richiesta un po’ fuori dall’ordinario, contattate via mail gli hotel che avete prenotato (io per esempio l’ho fatto, tra le altre cose, per informarmi sui prezzi e le tempistiche del servizio lavanderia): le risposte che riceverete per scritto saranno sicuramente più chiare e comprensibili di quelle che potrebbe darvi un addetto alla reception che non abbia un’adeguata preparazione linguistica.
Oppure, se siete intolleranti ad un particolare alimento, assicuratevi di annotarne su un foglietto la traduzione in giapponese per poterla mostrare nei ristoranti indicando, anche solo a gesti, che volete evitarlo.
In ogni caso, prima di partire dotatevi di una buona applicazione di traduzione su smartphone (l’ideale è Google Traduction, che permette anche la traduzione a partire da un’immagine).


4) I giapponesi fanno di tutto per facilitare la comunicazione con gli stranieri


Potrebbe sembrare una contraddizione con il punto precedente: se parlano ben poco le lingue, come può la comunicazione con gli stranieri non essere inesorabilmente difficoltosa?
Semplice: gentilezza e disponibilità arrivano là dove le proprietà linguistiche si fermano, aiutando ad aggirare l’ostacolo della comunicazione!

Coppia giapponese con cui ho "conversato"
Anche su questo ero abbastanza scettica prima di partire ed invece ho dovuto ricredermi già la seconda sera, quando stavo mangiando al bancone di un sushi restaurant a Ueno e la signora seduta accanto ha cominciato a far conversazione con me... in giapponese!
Con rammarico ho cercato di comunicarle che non la capivo e in ogni caso non avrei saputo come risponderle, ma lei ha continuato imperterrita finché non ho afferrato che voleva sapere da dove venissi.
Quando le ho risposto: “Italia” la coppia seduta di fianco a lei si è inserita nella conversazione (se proprio vogliamo chiamarla così) e la ragazza ha cominciato a smanettare sul suo cellulare mentre gli altri due annuivano sorridenti.
Era abbastanza frustrante non capire cosa si dicessero o cosa stessero facendo, siccome stavano evidentemente parlando di me, ma ci è voluto poco perché tutto fosse chiaro: la ragazza aveva aperto sul suo smartphone l’applicazione di un traduttore e aveva scritto una domanda in giapponese per poi tradurla in italiano: “Come mai sei in Giappone?”
E così in un attimo la comunicazione non è più stata un problema!
Lentamente ma efficacemente abbiamo instaurato una vera e propria conversazione che mi ha permesso di spiegare loro chi fossi, da dove venissi, perché io fossi lì in vacanza, perché io avessi scelto proprio il Giappone (chiesto quasi con stupore) finché non sono riuscita ad utilizzare una delle pochissime parole conosciute nella loro lingua quando mi hanno chiesto come trovassi il cibo: “Oishii!” (=delizioso)


5) I giapponesi sono portatori sani (e forse anche inconsapevoli) di simpatia

Sarà che sorridono sempre, sarà lo stile kawaii onnipresente, sarà l’entusiasmo con il quale si approcciano agli stranieri, ma io non mi sono mai ritrovata così spesso a sorridere parlando con le persone o anche solo guardandole per strada come quando ero in Giappone.

La signora dei biscotti al Nezu-jinja di Tokyo
Il penultimo giorno a Tokyo stavo entrando al santuario Nezu-jinja per visitare l'Azalea Festival quando da un chiosco che vendeva biscotti si è avvicinata una ragazza per chiacchierare con me (in inglese grazie al cielo!)
Al termine della conversazione mi ha proposto di scattarmi una foto davanti all’edificio principale del santuario ed io ho accettato.
A quel punto una sua collega un po’ più in là con gli anni le ha gridato qualcosa ed è corsa verso di noi con un pacco di biscotti in mano per fare una foto con me.
Non mi ha dato nemmeno il tempo di sfilarmi la borsa a tracolla che mi ha annodato in vita il suo grembiule rosso, mi ha messo in mano il pacco di biscotti e si è messa in posa sorridendo di fianco a me.
Tutto questo mentre le altre colleghe del chiosco ridevano e applaudivano...
Ora, io ancora non ho capito bene che cosa sia successo, ma è stata un’iniezione di buonumore completamente inattesa!


6) I giapponesi sono generalmente onesti

Che il tasso di criminalità in Giapponese sia uno dei più bassi tra quelli dei paesi industrializzati è anche questa cosa ben nota.
Ma verificare sulla propria pelle l’onestà delle persone è comunque sempre una bella sorpresa.

In visita alla villa imperiale Nikkō Tamozawa ho avuto la brillante idea di dimenticare il mio biglietto d’ingresso (necessario poi anche per la visita dei giardini) sulla panca di fianco agli armadietti per il cambio delle scarpe.
Mi sono accorta della dimenticanza solo mezz’ora dopo aver cominciato il giro della villa, eppure quando sono corsa indietro a cercarlo il biglietto era ancora lì, esattamente dove l’avevo lasciato...


7) La fioritura dei ciliegi provoca nei giapponesi un vero e proprio “delirio collettivo”

Hanami all'Higashi Gyoen di Tokyo
Hanami” è il termine che si riferisce all’usanza giapponese di ammirare la bellezza della fioritura primaverile degli alberi, in particolare quella dei sakura (i ciliegi).
Come per le previsioni meteorologiche, ci sono previsioni sulla fioritura dei ciliegi che all’incirca quattro mesi prima cominciano ad indicare il giorno di apertura dei boccioli e la settimana migliore per poter godere di questo spettacolo eccezionale in ognuna delle principali città/regioni.
Famiglie, gruppi di amici, o colleghi, dall’apertura dei primi boccioli cominciano in un clima gioioso ad appostarsi sotto gli alberi per assicurarsi il posto migliore e non c’è ciliegio che non sia circondato da gente armata di smartphone o macchine fotografiche per catturare (in maniera quasi compulsiva) la bellezza di questi fiori
Zona rifiuti predisposta per l'hanami a Ueno
Ovviamente il tutto avviene, secondo gli standard giapponesi, in maniera molto ordinata: gli spazi per potersi “accampare” sono chiaramente delimitati al suolo, delle zone rifiuti specifiche sono predisposte a fianco degli spazi per l’hanami, nessuno si azzarda a toccare o, ancor peggio, staccare nemmeno un solo fiore dagli alberi.

 Consiglio
Se ne avete la possibilità, cercate di visitare il Giappone durante la fioritura dei ciliegi (da fine marzo a metà aprile): la magia che lo pervade in quel periodo è qualcosa che difficilmente ha eguali al mondo.
Inoltre, se avete questa fortuna, non limitatevi a visitare i diversi luoghi dell’hanami durante il giorno, ma andateci anche di sera, quando l’atmosfera è resa ancora più suggestiva dall’accensione delle lanterne.


A Beppu, pulizia di un rigagnolo dalle foglie
(seppur sotto il diluvio...)
8) I giapponesi hanno un senso della pulizia molto sviluppato

Non solo gli spazi pubblici, compresi la metropolitana e i bagni, fanno sfoggio di un livello di nettezza invidiabile (in metropolitana, per esempio, non è raro durante la giornata vedere gli inservienti strofinare corrimano e piastrelle fino a farli letteralmente brillare), ma anche la pulizia del corpo è un vero e proprio rituale per i giapponesi.
Come potrete notare recandovi negli onsen (o in un hotel con la sala da bagno tradizionale) lo spazio dedicato al lavaggio del corpo è più ampio di quello di una semplice doccia e prevede in genere uno sgabellino sul quale sedersi, una piccola tinozza da riempire a da usare per sciacquarsi testa e corpo (cosa che consente di evitare lo spreco di acqua corrente) e delle mensole sulle quali sono appoggiati i diversi prodotti da bagno.
Sala da bagno tradizionale (Hiroshima Washington Hotel)
L’insieme suggerisce l’idea del rituale della pulizia come di un momento di relax, e non di una corvée, per il quale prendersi tutto il tempo necessario.

 Consiglio
In viaggio, alla fine di una faticosa giornata di visite, il rituale tradizionale della pulizia preceduto da un bagno caldo è il modo migliore per coniugare due necessità: ripulirsi e rilassarsi.
Perciò, se avete la possibilità di scegliere un hotel con onsen all’interno o poco distante, non esitate a prenotarlo.



Ma siccome non può essere tutto rose e fiori (di ciliegio), non posso esimermi infine dall’annotare due abitudini nipponiche alle quali personalmente non sono proprio riuscita ad abituarmi (come capirete, non ho ritenuto opportuno corredare la spiegazione con foto e/o video) :


9) I giapponesi mangiano zuppe e spaghetti risucchiandoli rumorosamente

Considerando che i ramen e le zuppe in generale sono cibi molto diffusi in Giappone, preparatevi ad ascoltare questa sinfonia molto spesso...


10) I giapponesi tirano rumorosamente su col naso anziché soffiarselo

Sullo shinkansen da Osaka a Hiroshima sono finita nella stessa carrozza di uno che ha tirato su col naso per un’ora e mezza senza interruzioni...



Insomma, a parte queste due ultime caratteristiche, vi é venuta voglia di andare a conoscere il popolo giapponese?

A voi che siete già stati in Giappone, invece, viene in mente qualche altro pregio o difetto da suggerire?

Fatemelo sapere nei commenti qui sotto!



Vai alla seconda parte: 10 cose da sapere sui treni giapponesi

Vai alla terza parte: 10 cose da sapere sulle usanze culinarie giapponesi

Vai alla quarta parte: 20 cose che non vi aspettereste dal Giappone

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